Dopo due anni di attesa, finalmente sabato 15 ottobre la Parrocchia S. Maria delle Grazie ha dato ufficialmente avvio al nuovo anno catechistico, con un momento di festa e di ripartenza, dal sapore di ritorno alle buone vecchie abitudini: l’incontro di inizio anno, con un momento di festa e di accoglienza per tutti i ragazzi, la musica, il gioco, la preghiera, tutti tasselli che, a causa del covid, eravamo stati costretti a dover mettere da parte.
Il riappropriarsi di gesti, dal riabbracciarsi senza remore, al giocare a stretto contatto con amici vecchi e nuovi, così come il ritornare a fare propri gli spazi della socialità, come la piazzetta, sono stati gli elementi che, nella loro semplicità, ci hanno ricordato la bellezza e l’importanza delle piccole cose, quelle che spesso diamo per scontate, ma che invece ci permettono di vivere appieno la nostra umanità.
Ed è stato davvero bello poter ritornare a tutto ciò e aprire il pomeriggio con un liberatorio “Finalmente!”, che ormai era sognato, desiderato e atteso da due anni.
“Legati a Gesù”, questo il tema scelto per rappresenta il senso profondo di questa ripartenza, che è anche un voler ribadire l’origine e l’essenza del nostro essere Chiesa.
Legati a Cristo, come vincolo di amicizia e di amore, col-legati tra noi, come impegno e stile missionario, a cui ognuno, in quanto battezzato, è chiamato: grandi e piccoli, consacrati e laici.
I ragazzi, quindi, sono stati impegnati a scoprire tutto questo attraverso una semplice attività, ma di impatto.
Partendo dall’immagine creata apposta per questo appuntamento, ad ogni ragazzo è stato chiesto di creare il proprio anello della catena, colorato, decorato e personalizzato con il proprio nome. Una catena che ha avuto origine dall’immagine di Gesù che dona il proprio amore. Amore, rappresentato graficamente proprio dall’immagine dell’anello della catena.
Se rimaniamo legati a Cristo, quindi, rimaniamo legati anche al suo amore. E come in ogni catena, ogni anello è fondamentale non solo per essere col-legati a chi ci precede, ma anche per permettere a chi ci segue di ricevere la stessa forza e lo stesso amore che abbiamo ricevuto noi, e che hanno origine dal nostro punto di partenza: Cristo.
Dunque, essere anelli di questa catena rappresenta anche l’impegno missionario a cui tutti siamo chiamati.
Una catena, però, che non lega, ma, appunto, col-lega; che non imprigiona, ma ci rende liberi di poter raggiungere ogni angolo della terra, con la certezza che non ci perderemo mai, perché sempre legati alla fonte, a Colui che sempre ci tiene saldi.
Una catena colorata, come quelle che si usano per decorare le sale, durante le feste. E non a caso, quella stessa catena creata durante l’apertura dell’anno catechistico, è stata poi usata per decorare l’altare, durante l’altra grande ripresa, quella della Celebrazione Eucaristica con i bambini (ogni domenica mattina alle 10.30)
Perché la partecipazione alla S. Messa è un momento bello, di gioia, di festa, appunto. Un incontro in cui ritrovarsi tutti, per ricoprire quell’amore che ci lega gli uni agli altri ed ognuno a Cristo.
Angela Russo